Sintesi delle indicazioni e delle proposte emerse dalla riunione del 31 maggio 1976 sul tema " La cooperazione industriale euro-africana".
L'esigenza fondamentale espressa dai partecipanti è stata quella di creare un maggiore coordinamento nelle iniziative italiane inerenti alla cooperazione con i paesi aderenti alla Convenzione di Lomé, al fine di promuovere la massima utilizzazione delle opportunità offerte dalla Convenzione stessa - particolarmente nell'ambito della cooperazione industriale - mediante tempestivi interventi e una efficace presenza sia in sede comunitaria, sia presso gli stessi paesi Acp.
A questo proposito, sono stati sottolineati dal rappresentante della Cee, dott. Giovanni Livi, i tipi di aziene che risulterebbero particolarmente utili in base alle clausole previste dalla Convenzione per certi settori specifici, nei quali l'intervento italiano può trovare ampia esplicazione: un opera di informazione riguardo alle possibili iniziative delle medie o piccole imprese, per le quali la Convenzione prevede linee particolari di credito: a tale scopo risulterebbero opportune approfondite indagini nei singoli paesi, in contatto con gli stessi governi (cui spetta sottoporre agli organi comunitari tanto i programmi come le relative richieste di finanziamento), per individuare precise possibilità d'intervento; una intensificata presenza nel settore degli studi che il Centro di sviluppo industriale ha la facoltà di affidare a enti economici o istituti di ricerca; particolare attenzione : al settore della formazione e dell' "education" in senso lato, che può costruire 2. una leva potentissima per una ulteriore penetrazione. Su questo ultimo settore hanno fortemente insistito vari partecipanti.
E' stata inoltre sottolineata la necessità di approfondire l'esame di alcuni problemi di carattere generale, al fine di definire una coerente ed efficace politica italiana sia a livello governativo, sia per quanto riguarda la strategia degli operatori economici, tenendo conto dei processi di "africanizzazione" che sono in atto in vari paesi (con diminuita incidenza dell'ex-colonizzatore) e soprattutto delle prospettive inerenti a una nuova divisione del lavoro che si sta inevitabilmente realizzando (Carbonetti, Romoli, Baduel, Bassetti): prospettive che si dovranno analizzare in stretto collegamento con la ristrutturazione economica da prevedersi in Italia. A questo fine, è stata indicata (Romoli) la particolare utilità di una analisi storico-critica della vicenda subita negli ultimi dieci anni dai paesi africani (eventuali fenomeni di spostamento fuori dell'area dei rapporti con l'ex-potenza coloniale, tipo di sviluppo, ruolo delle multinazionali in opposizione agli accordi tipo Lomé, ecc.).
Altra esigenza sulla quale si è da varie parti insistito, quella di sensibilizzare a tali problemi tanto i politici e il mondo imprenditoriale come la stampa e l'opinione pubblica.
Infine, tra le questioni tecniche indicate come eventuale oggetto di uno studio successivo, la necessità e i metodi di una politica selettiva del credito (Romoli), l'opportunità di allargare la legge 131 ad una copertura dei rischi politici (Fritelli), la formazione del personale italiano destinato ad operare in Africa (Carbonetti); e tra i suggerimenti, l'opportunità di richiedere al governo la costituzione di un "comitato operativo" cui partecipino operatori economici e rappresentanti sindacali, per coordinare le iniziative e la successiva presentazione di progetti alla Comunità europea (Baduel).
3.In base ai suggerimenti e ai temi emersi dal dibattito, il presidente dell'Ipalmo dott. Piero Bassetti ha proposto il seguente programma operativo:
- esame storico-critico dell'evoluzione dei rapporti euro-africani e della politica economica africana interna e internazionale, sia da parte della rivista "Politica Internazionale" sia sotto forma di studio monografico;
- una serie d' incontri di consultazione e di dibattito aventi come obiettivo la definizione dei mezzi atti a potenziare la presenza italiana in Africa e a promuovere la massima utilizzazione degli strumenti tecnici offerti dalla Convenzione di Lomé. Tema prioritario di tali incontri il settore della "education", dove si dovrebbero individuare e coordinare le strutture e i servizi che possono essere offerti in questo campo dalla società italiana, e articolare gli interventi in modo da abbinare alla formazione tecnico-professionale un'azione più lata, di carattere sostanzialmente "prepolitico", Questi incontri potranno eventualmente sfociare nella costituzione di un gruppo di studio e di un comitato di coordinamento, rispetto al quale l'Ipalmo potrebbefungere da punto di raccordo;
- un convegno in cui trattare i problemi di fondo inerenti alla definizione di una politica italiana verso l'Africa in relazione alla dialettica degli interessi presenti nel nostro paese, alle esigenze della nostra economia e alle prospettive di una nuova divisione del lavoro.