ISTITUTO PER LE RELAZIONI TRA L'ITALIA E I PAESI DELL'AFRICA, AMERICA
LATINA E MEDIO ORIENTE (IPALMO)

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RELAZIONE PROGRAMMATICA 1975-76

Il 1975 è stato un anno positivo nella vita dell'Ipalmo, anche se alcune difficoltà strutturali, oltre che di carattere finanziario, hanno impedito di completare il programma che era stato impostato all'inizio dell'anno. L'Ipalmo ha riaffermato la propria presenza e incidenza nella vita politica e culturale italiana, inserendosi con le sue iniziative e con l'adesione a iniziative di altri organismi nel dibattito che riguarda il Terzo mondo e in particolare il rapporto fra il mondo industrializzato e i paesi in via di sviluppo. Le analisi sulle linee di tendenza della politica internazionale contenute nella relazione programmatica 1974-75 hanno trovato nel complesso un riscontro negli sviluppi di quest'anno. La stessa attività dell'Ipalmo, anzitutto con il convegno internazionale svoltosi a Palermo sui problemi della sicurezza e della cooperazione nei Mediterraneo, ha cercato di verificare i mezzi concreti e non solo teorici per impedire che la contrapposizione fra paesi in via di sviluppo e paesi industrializzati diventi un fattore antagonistico, suggerendo al contrario forme di cooperazione, di integrazione e di complementarietà. Ci sono vari motivi per non recedere da questa impostazione di fondo in cui — per lo spirito generale dell'attività dell'Istituto — si fa riferimento, confermandoli, ai contenuti della relazione programmatica dell'anno scorso.

L'iniziativa singola di maggiore rilievo presa nel 1975 è stato il già citato convegno internazionale che si è tenuto a Palermo dal 27 al 29 aprile, intitolato "Cooperazione e sicurezza nel Mediterraneo". Il convegno si è svolto con il contributo intelligente e generoso della Regione Sicilia. Al convegno hanno partecipato rappresentanti politici, economici, sindacali e culturali dei principali paesi del Mediterraneo, tanto dell'Europa che del mondo arabo; anche la Comunità economica europea ha mostrato vivo apprezzamento per l'iniziativa e il commissario Cheysson ha dato il suo valido contributo partecipando ad una tavola rotonda sul dialogo euro-arabo unitamente all'on. Franco Salvi, vice-presidente dell'Istituto, Giuseppe Petrilli, presidente dell'Iri, Ismail Sabri Abdalla, ex ministro della Pianificazione dell'Egitto e Chadli Tnani, direttore all'Industria del ministero dell'Economia della Tunisia, tavola rotonda che si è tenuta il 28 aprile nell'ambito dei lavori del convegno. Gli atti del convegno sono stati stampati a cura dell'Istituto e sono ora in distribuzione.

L'Ipalmo ha dedicato altre iniziative al Mediterraneo, ritenendo che la congiuntura internazionale, unita agli sviluppi politici dopo la conclusione positiva della conferenza di Helsinki per la cooperazione e la sicurezza in Europa, concentri nel Mediterraneo il massimo dell'at — 2 — tenzione in senso positivo e in senso negativo. In luglio, il direttore dell'Istituto ha tenuto una relazione su "La politica mediterranea della Cee e il dialogo euro-arabo" al Convegno nazionale per la pace e la giustizia nel Medio Oriente organizzato dal Forum italiano per la sicurezza e la cooperazione in Europa e nel Mediterraneo. In novembre, in collaborazione sempre con il Forum e con la Commissione nazionale per la pace e l'amicizia tra i popoli, l'Ipalmo ha indetto una giornata di studio sui problemi del Mediterraneo, allo scopo di confrontare le opinioni delle varie forze politiche sui possibili contenuti di una iniziativa italiana volta a rilanciare la proposta del ministro Moro di far seguire alla Csce una Conferenza per la cooperazione e la sicurezza nel Mediterraneo.

Per quanto riguarda l'Africa si è ripreso il tema, fondamentale,della nuova associazione con la Cee, già trattato a Milano, nel corso di un convegno internazionale, nel marzo del 1974. Una tavola rotonda su "La Comunità europea e la politica di sviluppo e cooperazione: la Convenzione di Lomé" è stata organizzata il 3 dicembre 1975 d'intesa con l'Ufficio per l'Italia della Commissione delle Comunità europee e l'Ufficio di Informazione del Parlamento europeo. Alla tavola rotonda hanno partecipato il sen. Achille Corona e l'on. Giovanni Bersani, vice presidenti del Parlamento europeo, l'on. Renato Sandri, membro del Parlamento europeo, l'ambasciatore Mohamed Omar Giama della Repubblica Democratica Somala e il dr. Giovanni Livi, della Commissione delle Comunità europee. L'Ipalmo ha inoltre preparato su incarico dell'Ufficio stampa e documentazione della Camera dei deputati un dossier sulla Convenzione di Lomé che è stato distribuito ai parlamentari.

L'Ipalmo ha inoltre proseguito, di intesa con le autorità tunisine, la preparazione di un seminario internazionale sulla cooperazione economica e commerciale fra i paesi in via di sviluppo, in programma per l'autunno del 1976 a Tunisi. La preparazione di tale seminario si è rivelata piuttosto complessa, tanto per la necessità di raccogliere forze intellettuali e politiche dei paesi del Terzo mondo e degli istituti europei che si occupano dei problemi dei paesi in via di sviluppo, quanto per la necessità di assicurare al seminario stesso un finanziamento internazionale. Non tutte le difficoltà sono state sormontate, ma nell'ottobre scorso si è tenuta a Tunisi una riunione abbastanza proficua del Comitato preparatorio e ci sono buone prospettive perché il seminario possa avere luogo nella data preventivata. Anche per favorire il finanziamento internazionale delle ricerche e del convegno, si è deciso che sia un istituto tunisino o lo stesso Partito del Néo-Destour a patrocinare il convegno, riservando all'Ipalmo un posto nel Comitato preparatorio.

Dall'esposizione delle attività svolte nel 1975 si comprende come sia rimasta esclusa l'iniziativa a carattere internazionale sull'America latina, di cui si era parlato nel corso dell'impostazione del progranana dell'anno appena concluso. La rinuncia al preannunciato convegno sull'America latina è stata dolorosa,in sé e perché ha ancora ritardato una più completa e sistematica presa di contatto da parte dell'Istituto dei problemi di un continente che costituisce una parte imponente, e di sempre maggiore importanza, del cosiddetto Terzo mondo. Iniziative singole e continentali che l'America latina ha assunto nel cor — 3 — so del 1975 confermano la necessità che all'America latina venga dedicata più attenzione. E'È dunque proposito dell'Istituto affrontare, appena le condizioni lo permetteranno, questo tema che resta centrale per la nostra attività.

Nella sede dell'Istituto sono state organizzate tavole rotonde, conferenze e altre manifestazioni a carattere più limitato. Queste iniziative interne hanno lo scopo sia di mettere in contatto esponenti italiani e stranieri con l'opinione pubblica più qualificata, sia di far circolare idee e informazioni fra coloro che si occupano più o meno professionalmente di politica internazionale.

Fra le varie iniziative si ricordano: il dibattito su "L'Etiopia dei militari: un primo bilancio" (15 gennaio) a cui hanno partecipato esperti e giornalisti; la conferenza dell'ambasciatore del Perù a Roma, Arturo Garcia y Garcia, su "Le opzioni economiche e sociali del Perù" (4 febbraio); la conferenza dell'ambasciatore di Zambia in Italia, J.C. Mapoma, che ha illustrato i vari punti della politica estera del suo paese (19 febbraio); la, conferenza dell'on. Maria Eletta Martini su "Demografia e sviluppo sociale: dalla conferenza di Bucarest all'anno internazionale della donna" (12 febbraio); la conferenza-stampa di Oliver Tambo, presidente dell'African Mational Congress del Sud Africa (26 febbraio); la conferenza dell'ambasciatore del Venezuela, Froilan Alvarez Yepez, sulla politica del Venezuela e le prospettive dell'unità latino-americana (5 marzo); la conferenza dell'ambasciatore del Messico, Norberto Treviño Zapata, sulla "Carta dei diritti e dei doveri economici degli Stati" (12 marzo); la conferenza di Rouhollah K. Ramazani, docente all'Università di Virginia, sul terna "Cambiamenti della politica degli Stati Uniti nel Medie Oriente" (20 marzo); la conferenza di Kassim Guruli, direttore dell'Istituto di economia dell'Università di Dar-es-Salaam, sui problemi e le riforme dell'agricoltura in Tanzania (6 maggio); la conferenza di Mamadou Moctar Thiam, capo del dipartimento e assistenza dell'Oua (23 maggio); la conferenza dell'ambasciatore di Cuba, Salvador Vilaseca Forné, sulla politica estera cubana (26 giugno); la tavola rotonda sulla proposta di una Agenzia italiana per la cooperazione a cui hanno partecipato gli onorevoli Mario Pedini, Mario Zagari, Renato Sandri e Franco Salvi, Romolo Arena dell'Iri e Aldo Bonaccini della Cgil (2 ottobre); la conferenza-stampa (5/9) di Luiz Cabral, presidente del Consiglio di Stato della Guinea-Bissau.

A parte vanno considerati gli incontri con delegazioni o singole personalità provenienti dai paesi del Terzo mondo. Fra le visite e gli incontri più significativi si ricordano: la delegazione somala presieduta da Ahmed Isag Bihi, consigliere economico della presidenza del governo di Somalia (20 gennaio); la visita di Carlos Altamirano, segretario del Partito socialista cileno (14 marzo); gli incontri con Paulo Jorge, rappresentante del Mpla (1° luglio) e con Augusto Lopez Texeira, esponente del Mpla nel governo provvisorio dell'Angola (9 settembre); il colloquio con Luiz Candido Lopes Ribeiro, direttore dei servizi economici e di statistica agricola del commissariato dell'Agricoltura della Repubblica di Guinea-Bissau (4 settembre); la visita della delegazione dell'Associazione di amicizia Egitto-Italia del Cairo, in Italia su invito congiunto dell'Ipalmo, del Centro per le rela — 4 — zioni italo-arabe e dell'Istituto italo-africano (novembre); la visita di una delegazione composta da alcuni esponenti del governo mozambicano (dicembre).

Si ricorda che l'Ipalmo ha partecipato a vario titolo ad alcune manifestazioni, conferenze internazionali e altre iniziative in Italia e all'estero. Fra le più significative si ricordano la partecipa-zione di Liliana Magrini, dell'Ufficio studi, ai seminari che si sono svolti a Tunisi, su "Cooperazione tecnica fra paesi in via di sviluppo" (26-30 maggio) e sulle relazioni Cee-Maghreb (8-12 settembre); la relazione svolta dal direttore, Giampaolo Calchi Novati, su "La vocazione mediterranea dell'Italia e il suo ruolo nella Cee" ad un seminario svoltosi a Sunningdale (22-23 novembre) sulla politica dell'Italia e la Cee. Il direttore ha inoltre effettuato un viaggio in Romania, dal 22 al 31 agosto, su invito dell'Associazione di diritto internazionale e delle relazioni internazionali: durante il suo soggiorno in Romania, il direttore ha tenuto (27 agosto) una conferenza-dibattito sul tema "Evoluzione della situazione in Africa e politica dell'Italia".

Come spesso si è detto anche nelle relazioni degli anni scorsi e in altre occasioni, un aspetto fondamentale della nostra attività è la ricerca. Proprio nel campo della ricerca, l'Ipalmo ha segnato nel 1975 una parziale battuta d'arresto. Il fatto che due validi collaboratori dell'Istituto, Poberto Aliboni e Esteban Tomic, abbiano lasciato per motivi diversi l'Istituto e che tali vuoti non siano stati rimpiazzati per le difficoltà di bilancio, è una prima spiegazione di tali carenze, Si è così dovuto far ricorso a ricercatori e collaboratori esterni con gli inconvenienti impliciti in simile scelta: da una parte la ricerca perde un po' della sua originalità, dall'altra diventa più dif-ficile coordinarne le varie fasi.

La ricerca che indubbiamente ha suscitato gli echi e gli interessi maggiori è quella relativa alla politica dell'aiuto allo sviluppo ín Italia. Un gruppo di ricercatori ha preparato un ponderoso documento che si conclude con la proposta di costituire una Agenzia per lo sviluppo a cui affidare, sotto la direzione del ministero degli Esteri, ma in piena autonomia operativa, la gestione di tutto l'aiuto pubblico ai paesi in via di sviluppo. Della proposta si sono in seguito fatti carico a livello parlamentare tre deputati democristiani, che hanno ripreso le argomentazioni della nostra ricerca. La ricerca è stata anche dibattuta nella tavola rotonda presieduta dal ministro Pedini di cui si è fatto cenno più sopra nell'elenco delle attività nel corso dell'anno. La ricerca non è stata pubblicata, sempre per le note difficoltà di bilancio, ed è disponibile solo in un ciclostilato. L'Ipalmo è impegnato a sostenere, con tutte le sue componenti, il progetto di legge.

E'È proseguita nel corso dell'anno una ricerca sulla politica italiana in Africa. L'attività di ricerca dell'Ipalmo è tesa in generale a verificare gli aspetti pratici della nostra politica e si è ritenuto che convenisse iniziare con il continente verso cui la politica italiana è più aperta a soluzioni interessanti e progressive. Della ricerca esiste una prima versione, non completamente soddisfacente. La raccolta dei dati si è rivelata difficoltosa, anche per la mancanza di una completa collaborazione da parte degli organismi politici ed econo— 5 —mici interpellati. Si ritiene di completare la ricerca nei primi mesi del 1976. L'interesse della ricerca crescerebbe se si potesse costituire all'Istituto una sorta di "desk" africano che tenesse aggiornate le conclusioni della ricerca per fornire a tutti gli interessati i dati e le informazioni.

Si ricorda ancora che verso la fine del 1974 e poi nei primi mesi del 1975 l'Istituto ha portato avanti una sua iniziativa di pressione sui ministeri competenti e sui partiti politici per rivedere e rilanciare la politica dei crediti alle esportazioni, con particolare riguardo ai rapporti commerciali fra l'Italia e i paesi in via di sviluppo. Come si sa, il problema è stato affrontato con responsabilità dal governo Moro-La Malfa, che ha provveduto con misure abbastanza soddisfacenti a rimediare alle carenze denunciate dall'Ipalmo nei suoi documenti.

Un'altra attività di ricerca che merita di essere segnalata è stata realizzata dal ricercatore che ha retto fino al 1975 l'ufficio di Milano. La ricerca riguarda gli istituti e i centri che si occupano in Italia dei problemi del Terzo mondo. Si è proceduto ad una ricerca-censimento mediante questionario postale: le risposte sono state nel complesso numerose, ma l'attendibilità delle risposte resta aleatoria. Il risultato finale è all'esame per deciderne la migliore utilizzazione

L'attività editoriale nel corso dell'anno è stata sacrificata alle difficoltà economiche di cui si è già detto. La sola pubblicazione è il volume degli atti del Convegno di Palermo. Si tratta di una pubblicazione impegnativa, in tre lingue, con sommari in inglese, francese e italiano, E'È rimasto invece inadempiuto l'impegno di iniziare con il 1975 una regolare attività editoriale pubblicando testi di autori italiani o traducendo documenti o testi di personalità dei paesi in via di sviluppo.

E'È continuata invece con regolarità la pubblicazione della rivista "Politica internazionale". Nel corso dell'anno sono usciti nove fascicoli perché il consueto numero doppio dell'estate è diventato triplo (8-10), tutto dedicato ad una rassegna dei problemi politici, economici ed ideologici del Terzo mondo nel trentennio intercorso fra il 1945 e il 1975.

Continuando nella pratica di organizzare delegazioni a carattere politico ed economico nei paesi del Terzo mondo di cui l'Istituto maggiormente si occupa, nel corso dell'anno sono state organizzate due missioni in Mozambico e in Perù. La delegazione in Mozambico si è svolta nei giorni 17-22 ottobre sotto la presidenza dell'on. Anderlini, dell'Ufficio di presidenza dell'Istituto, con la partecipazione di due parlamentari e di numerosi rappresentanti di gruppi economici pubblici e privati. La delegazione in Mozambico ha avuto molta eco anche perché è stata la prima missione italiana di un certo livello nel nuovo Stato africano. A conferma dell'importanza del rapporto con il Mozambico, c'è stata la visita di una delegazione tecnica mozambicana in dicembre sotto la presidenza del rettore dell'Università di Lourenço Marques, di cui si è detto più sopra. La delegazione in Perù (e Venezuela) che si è svolta nei giorni 13-20 aprile con la partecipazione degli onorevoli De Pascalis, Sandri e Rognoni, era esclusivamente a — 6 — carattere politico.

Si è già accennato che il personale dell'Istituto ha subito nel corso dell'anno una riduzione. E ciò ha naturalmente compromesso l'espansione dell'attività dell'Istituto, come sarebbe normale in un istituto che deve ancora completamente affermarsi sul piano interno e internazionale. Fra l'altro, sempre allo scopo di ridurre i costi di gestione, si è decisa la chiusura della sede di Milano, con la liquidazione del ricercatore che vi prestava servizio a mezzo tempo. Senza una sollecita sostituzione dei funzionari che hanno lasciato l'Istituto nel 1975, tutta l'attività rischia di essere frenata e al limite falsata per la necessità di ricorrere a personale esterno. E'È dunque più che un auspicio la richiesta di un intervento affinché si trovi quanto prima un rimedio.

Va ricordato a questo proposito che anche l'attrezzatura dell'Istituto ha perso di intensità. Nel corso dell'anno è mancata una politica di acquisto dei libri: attualmente la biblioteca contiene 630 volumi, schedati per autore e soggetto, senza nessuna pretesa di completezza e senza nessuna prospettiva, nelle attuali condizioni, di tenersi almeno aggiornata alle pubblicazioni più Interessanti. Un po' più completo è il patrimonio di riviste italiane e straniere. Fra cambi e abbonamenti sono disponibili 86 testate alcune delle quali vengono anche collezionate anno per anno con un minimo di schedatura.

Nel corso dell'anno si è provveduto ad una più attenta verifica dei soci che seguono effettivamente l'attività dell'Istituto; si è anche cercato di ottenere che i soci versino effettivamente la quota sociale come condizione per partecipare alla vita dell'Istituto e per ricevere le nostre pubblicazioni. Dopo alcune lettere informative, la composizione dell'assemblea resta fissata in 187 soci, fra ordinari e aderenti. In complesso, 79 soci sono stati considerati decaduti o dimissionari. La quota sociale per i soci aderenti è di ₤. 20.000 e il suo versamento è naturalmente una condizione per la normale partecipazione alla vita dell'Istituto, anche se per alcuni soci si è ritenuto, per ragioni varie, di non esigere per quest'anno la quota.

Il bilancio consuntivo del 1975 verrà preparato nei dettagli dagli organi competenti e su di esso riferirà il tesoriere on. Luigi Anderlini. Qui basterà ricordare che il deficit è stato contenuto solamente a costo di una contrazione del personale e delle attività rispetto a quanto prospettato nella relazione programmatica dell'anno scorso. Il bilancio del 1976 è ancora più preoccupante perché le sole spese fisse, pur tenendole ferme malgrado il prevedibile aumento dei costi, esauriscono pressoché la dotazione già assicurata dalle convenzioni o dai contributi stanziati. La normale attività potrà dunque essere svolta solamente mediante un congruo aumento delle entrate. Il programma che viene esposto qui di seguito è effettivamente subordinato nella sua realizzazione a un aumento delle disponibilità finanziarie, o con la sottoscrizione di altre convenzioni o con il varo di una legge di finanziamento da parte del ministero degli Affari Esteri. Senza un simile aumento di bilancio, la ivta stessa dell'Istituto sarebbe — 7 — in pericolo, a meno di non ridurre ulteriormente il personale e tagliare alcuni rami di attività (rivista, convegni internazionali, ecc.).

Date le premesse di cui si è già ampiamente parlato, non si ritiene di presentare qui un programma particolarmente dettagliato. Si preferisce indicare quali direttive potrebbero essere seguite non appena il bilancio consentirà il lancio normale dell'attività. Per quello che riguarda le linee politiche di fondo, si è già detto che si ritiene sempre valida l'impostazione di cui alla relazione programmatica dell'anno scorso.

I temi su cui dovrebbe vertere l'attenzione nel corso dell'anno sono anzitutto il Mediterraneo, la politica italiana in Africa e il ruolo dell'America latina nel nuovo sistema internazionale.

Il primo tema — il Mediterraneo — potrebbe essere affrontato sotto due profili. In primo luogo proseguendo, eventualmente in collaborazione con il Forum, la disamina dei problemi della sicurezza, allargando possibilmente il discorso a istituti e forze politiChe di altri paesi, europei e poi anche arabi. Si potrebbe immaginare una serie di giornate di studio che ampliassero i risultati della giornata già organizzata nel novembre scorso a livello italiano. Sempre in tema di Mediterraneo, c'è il problema dell'agricoltura, su cui attirò già l'attenzione il commissario Cheysson nella tavola rotonda a Palermo. Le difficoltà di una discussione sui problemi dell'agricoltura nel Mediterraneo sono note a tutti, perché esistono incompatibilità oggettive e tensioni sia in Italia, che all'interno della Cee e poi nel più ampio raggio del rapporto fra paesi mediterranei a diverso grado di sviluppo. Con tutto ciò, si tratta di un tema vitale, che l'Ipalmo farebbe bene a sollevare, proprio per stimolare un confronto aperto di tesi che si sa non convergenti, in vista di un compromesso al quale si deve comunque tendere se si vuole uscire dall'attuale impasse. Nell'impossibilità di prevedere la realizzabilità finanziaria e politica di una simile iniziativa, che resta malgrado tutto prioritaria, questo convegno, che potrebbe essere organizzato nell'aprile o maggio, viene coperto da un bilancio straordinario e non rientra perciò nel bilancio ordinario che viene presentato in questa sede.

All'Africa è dedicata la ricerca impostata nel corso dell'anno. E' previsto ora di concludere la ricerca e di discuterne i risultati in una tavola rotonda allargata. Si prevede di istituzionalizzare la ricerca stessa per tenerla continuamente aggiornata come già si è i detto più sopra.

Il 1976 dovrebbe vedere finalmente il varo dell'iniziativa a carattere internazionale sull'America latina. Finora l'Ipalmo ha sempre orientato le sue iniziative internazionali su temi di carattere multilaterale in cui fosse coinvolta in modo diretto o indiretto l'Italia. Questa impostazione dovrebbe essere mantenuta anche per l'iniziativa relativa all'America latina, nonostante la minore incidenza della presenza politica dell'Italia e della stessa Cee in questo continente rispetto al Mediterraneo o all'Africa nera, a cui abbiamo finora dedicato i nostri convegni. Si potrebbe mantenere una certa continuità con i precedenti indicendo un convegno, a cui dovrebbero essere invitate alcune personalità di governo dell'America latina, che studiasse il — 8 — modo con cui l'America latina, attraverso le varie esperienze, nazionaliste o rivoluzionarie, cerca di tradurre in pratica l'impegno per favorire un nuovo ordine economico internazionale. Il Messico, il Perù, Cuba, e la stessa Argentina, singoli studiosi o istituti stanno dando un contributo importante in questo senso e sarebbe interessante confrontare, attraverso un'esposizione articolata, il frutto di tali esperienze. Esponenti italiani ed europei potrebbero intervenire per arricchire e completare l'analisi. Il convegno a cui si fa riferimento nel bilancio potrebbe essere appunto questo: per ridurre le spese si dovrebbe ottenere che almeno i funzionari o esponenti governativi dei paesi dell'America latina invitati sostenessero le spese di viaggio.

Altri temi da discutere, possibilmente in incontri ristretti con responsabili italiani, esperti e personalità politiche, sono l'Unctad (in maggio è in programma la IV sessione a Nairobi) ed i progressi della Conferenza Nord-Sud. Temi politici che potrebbero essere discussi in tavole rotonde o in riunioni più complesse sono: la distensione Est-Ovest e i problemi del Terzo mondo, bilancio del socialismo arabo, le ex-colonie portoghesi a un anno dall'indipendenza, il sindacalismo in Africa nel rapporto con i sindacati italiani. Sono previste, fra le altre, conferenze dell'ambasciatore d'Egitto, di Romania e della Jugoslavia e del professore egiziano Boutros Boutros-Ghali.

Fra le missioni all'estero, è ancora valida la proposta por un viaggio in Ghana, sollecitato dall'ambasciata italiana ad Accra. Anche per le difficoltà economiche dell'Italia, oltre che per la posizione debitoria del Ghana, la proposta non ha incontrato finora sufficienti adesioni ma è pur sempre allo studio, perché alcuni gruppi si sono detti interessati. Un obiettivo potrebbe essere una visita in Angola, se ci fosse l'attesa e auspicata pacificazione: sarebbe così completata positivamente l'opera dell'Ipalmo a sestegno della liberazione delle colonie portoghesi.

L'Ipalmo si è affermato come un istituto dall'attività multiforme, come strumento di studio e di ricerca, di promozione politica, di informazione, come centro di contatti, ecc. Sembra difficile a questo punto rinunciare all'una o all'altra di queste espressioni senza venire meno all'immagine esterna, ma anche alla realtà dell'Istituto. D'altra parte va tenuto presente che le vicissitudini politiche costituiscono spesso un ostacolo all'attività pubblica, per cui tanto più necessaria diventa un'attività di studio, possibilmente non limitata alla pubblicazione della rivista, che pure ha ormai una sua precisa autorevolezza.

Il programma qui esposto va inteso come uno sforzo omogeneo, le cui singole iniziative si integrano a vicenda. Per la sua attuazione, è necessario però che tutto l'impianto — personale, disponibilità finanziaria, attrezzature tecniche — dell'Istituto trovi un suo slancio e un potenziamento, perché i convegni, l'attività di ricerca, gli incontri di informazione richiedono sforzi e preparativi, sia di carattere pratico che intellettuale. Si ritiene perciò di concludere questa relazione con un ulteriore sollecito affinché si realizzi il rinforzamento dell'Ufficio studi e in genere dell'organico dell'Istituto, consentendo nello stesso tempo la ripresa di una politica editoriale, l'aggiornamento della biblioteca, l'organizzazione più frequente di incontri e dibattiti. Solo così l'Istituto potrà adempiere alla funzione per cui è stato ideato e realizzato.

(Roma, )